Cammino di Santiago: intervista ad Emiliano Bellini

Il Cammino di Santiago è diventata ad oggi una delle esperienze turistiche più ambite al mondo. Facendo delle ricerche al volo su internet pare che ogni anno più di 400.000 persone siano state registrate dall’Ufficio del Pellegrino di Santiago de Compostela.

I motivi che spingono le persone a fare questo "Camino" sono molteplici e le distanze che si percoronno cambiano a seconda dei tragitti che si scelgono.

Se volete saperne di più sui vari percorsi, conoscere le distanze, le difficoltà e i tempi di percorennza consultate questo link https://www.camminosantiagodecompostela.it/percorsi/

Nel maggio del 2024 il nostro amico Emiliano Bellini ha deciso di fare il Cammino Francese che è il più classico e si estende per circa 780 km.

Lo abbiamo intervistato per voi, in maniera che la sua esperienza diretta e le sue personali valutazioni possano esservi di aiuto nel caso in cui vogliate affrontare il Cammino di Santiago.

BF: Ciao Emiliano, complimenti per aver portato a termine questo lungo cammino. Cosa ti ha spinto a voler fare questa esperienza?

Emiliano: Gabriele, come prima cosa permettimi di ringraziare te e lo staff di BF Mountain per il sostegno ricevuto in fase organizzativa e durante tutto il cammino; questa avventura nasce da diverse ragioni, religiose, spirituali, dalla voglia di mettersi alla prova, di staccare dalla vita quotidiana e per ricordare un'amica andata via troppo presto. 

Con diverse percentuali sono tutte motivazioni ben presenti nella gran parte delle persone che decidono di affrontare quest'avventura e che ti spingono costantemente al raggiungimento dell'obiettivo finale.  

BF: Cosa ha reso così speciale questo cammino? Quale è stata , secondo te, la strategia vincente della Spagna per questa meta turistica?

Emiliano: Credo che la cosa più bella sia l'aver avuto la possibilità di conoscere e confrontarsi con persone provenienti da tutte le parti del mondo, le diverse culture, le differenti classi sociali ( è capitato di cenare allo stesso tavolo di un cardiochirurgo spagnolo e di un bracciante agricolo francese) e le  molteplici motivazioni per cui ognuno aveva intrapreso questo percorso.

Un' altra cosa che mi è piaciuta molto è stata la capacità di imparare ad ascoltare il proprio fisico durante tutti questi infiniti 779 km; è infatti fondamentale fare una corretta "manutenzione" di tutto il corpo, in special modo di piedi e gambe e stare anche molto attenti ad idratazione ed alimentazione, cosa per me per nulla scontata!

Per quanto riguarda la strategia credo che il governo spagnolo e le comunità locali siano stati molto illuminati nel rendere il Cammino sostenibile per tutte le tasche; inoltre, facendolo passare per una parte della Spagna ad alta vocazione agricola, hanno evitato a paesi piccoli e sperduti di perdere i servizi di base e garantito un ritorno d'immagine ed economico.

 

BF: Da un un punto di vista economico quale è la spesa media che si deve prevedere? Qualche cosiglio utile in merito?

Emiliano: Premesso che ci sono svariate opzioni per fare il Cammino, secondo me ( e per tanti altri) quella per viverlo fino in fondo è pernottare nei molteplici ostelli che si trovano lungo il percorso; i prezzi sono tutti allineati e, credo, calmierati dal governo, diciamo che tra dormire in ostello, colazione, pranzo e cena bisogna considerare una media di 45 euro al giorno.

Un buon modo per abbattere un po i costi è dormire negli ostelli donativi ( si lascia appunto un obolo), gestiti da parrocchie o comuni che costano leggermente meno rispetto a quelli privati; un'altra opzione per far economia è scegliere ostelli che abbiano la cucina in comune in modo da poter dividere la spesa al supermercato e cucinare (è inoltre un bellissimo momento conviviale)

Per quanto riguarda gli aerei, ovviamente prima si prenota, meno si paga (inoltre fare il biglietto è un modo per darsi una scadenza temporale!)

 

 

BF: In che tempi hai organizzato il tutto? Per esempio come funziona la prenotazione dei voli?

Emiliano: Come accennato sopra, la prima cosa da fare è il biglietto d'andata, nel mio caso ho prenotato il volo con destinazione Lourdes ( si può volare anche su Bordeaux) per aprile 2024 a dicembre 23, poi verso metà Cammino, quando avevo le idee un po più chiare circa le tempistiche ( che possono sempre variare) ho fatto anche il biglietto di ritorno da Santiago a Roma( con uno scalo ad Alicante) spendendo circa 120 euro per entrambi i voli, scegliendo compagnie low cost.

Visto che è una delle domande più frequenti è doveroso confermare che i (fondamentali) bastoncini da trekking NON possono essere imbarcati come bagaglio a mano ma necessariamente messi in stiva!

Fatto il primo passo, si inizia a studiare il percorso, a scaricare le App necessarie, a preparare lo zaino, a vedere gli ostelli dove pernottare ( nel mio caso prenotavo giorno per giorno in base al chilometraggio prefissato per la giornata) e ad......allenarsi!

 

 

BF: Quanto è importante la scelta dell'attrezzatura? Quanto tempo prima si deve scegliere la scarpa piuttosto che lo zaino e le altre cose?

Emiliano: La scelta dell' attrezzatura è FONDAMENTALE! Vi consiglio di non dare retta a chi sostiene che con la forza mentale e la fede( per quanto sia una componente presente sul Cammino) si può arrivare ovunque; ho visto persone attrezzate in maniere incompatibili con il percorso che affrontavano mettendo a rischio la propria salute.

Ovviamente le cose più importanti sono scarpe (io ho optato per le Salomon XA PRO) e calzini, da scegliere il prima possibile in modo da potersi allenare e prenderci "confidenza" ben prima di iniziare il Cammino;  un altro strumento fondamentale sono i bastoncini da trekking, soprattutto se come il sottoscritto si hanno problemi alle ginocchia.

Una cosa da non sottovalutare è la scelta dello zaino (rigorosamente con coprizaino), serve il giusto litraggio (a mio parere 38/40 lt) in modo da non renderlo troppo pesante; io su questo punto ho fatto una scelta (che ho rimpianto) un po controcorrente utilizzando un vecchio e vintage zaino da 60 lt con un concetto ergonomico un po datato.

Altre dotazioni importantissime sono un ottimo poncho o un guscio tecnico che possa riparare dalle frequenti intemperie; io, non amando il primo, ho optato per un guscio Ferrino di una misura superiore in modo da coprire anche la vita.

Essenziali sono guanti tecnici ,cappello di lana ed una maglia termica perchè  partendo la mattina presto a quelle latitudini il freddo si sente sempre; da non dimenticare inoltre un marsupio dove riporre le cose da tenere a portata di mano come portafoglio e documenti.

 

 

BF: Su cosa si può risparmiare in temini ecomomici e in cosa no per quanto riguarda l'attrezzatura?

Emiliano: Credo sempre che una buona attrezzatura sia un ottimo investimento durevole nel tempo, sicuramente eviterei di fare economia su zaino, scarpe, calzini ( le vesciche son dolorose!) e guscio/poncho mentre magari sulle magliette si può risparmiare qualcosa considerando sempre che quelle tecniche si asciugano molto più velocemente, cosa molto importante quando si ha un vestiario limitato ed un clima non sempre benevolo.

Inoltre partendo con un' attrezzatura poco adeguata si corre il pericolo di esser costretti ad acquistarla nuovamente durante il viaggio, avendo meno possibilità di scelta e rischiando di spendere molto di più!

BF: Immagino che sia un'esperianza che ti portai dentro per tutta la vita. Cosa ti seti di condividere di questa avventura con chi sta leggendo questa intervista?

Emiliano: E' un'esperienza che sicuramente ti cambia, credo che non ci si renda conto nell'immediato di ciò che si è fatto, ma con il passare del tempo si prenda coscienza di quanto affrontato; di sicuro serve una predisposizione mentale all'essere elastici su tante cose perchè non sempre tutto va come immaginato e gli imprevisti sono dietro l'angolo. Personalmente, pur essendo conscio di ciò a cui andavo incontro, ho patito molto più la parte "non camminata" rispetto a quella meramente fisica.

Una cosa che ricorderò sempre è il senso di coesione che si respira durante tutto il Cammino ( è capitato, in un giorno di festa, di bussare alle porte di tutto il paese per trovare una siringa per fare un antidolorifico ad una signora tedesca mai vista prima), ci si aiuta costantemente per raggiungere lo stesso obiettivo comune; sarebbe molto bello se le persone, mi ci metto io in primis, riuscissero a portarsi dietro questo spirito anche nella vita di tutti i giorni, nel traffico piuttosto che sul lavoro.

Un ultimo consiglio che mi sento di dare è che se siete tentati da questa avventura, fatelo nei modi a voi più congeniali, magari accorciate il percorso, partite in gruppo se non ve la sentite da soli( che poi soli non si è mai), ma non rimandate perché ogni tanto i sogni dal cassetto bisogna tirarli fuori!

 

 

 

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