Alla scoperta di Villa Ada insieme ad Andrea Zinno

Una delle più grandi fortune della posizione del negozio BF Mountain SHOP e avere il parco di Villa Ada a 5 minuti di distanza a piedi. Definirlo parco è oltremodo riduttivo e continuando a leggere questo articolo scoprierete perche.

Si è presentata l'occasione di organizzare una escursione che ci farà scoprire tutta Villa Ada insieme ad Andrea Zinno creatore della pagina Facebook Villa Ada Savoia e del canale YouTube > Villa Ada Savoia

Andrea, già precedentemente, ha ideato questa escursione insieme ad altri appassionati di Villa Ada e volevamo proporla anche a voi, i nostri clienti. Ci saremo quindi anche io e Daniela.

L'escursione avrà una lunghezza di circa 10km, è gratuita e aperta a tutti purchè si abbia un pò di allenamento nel camminare. I posti disponibili sono per un massino di 20 persone e la richiesta di prenotazione dovrà essere inviata al numero Whatsapp 3479770595 o tramite la partecipazione all'evento Facebook a questo link > https://bit.ly/4edkYFn

L'escursione verrà fatta in amicizia e ognuno sarà responsabile per se stesso. Il tipo di attrezzatura richiesta è una scarpa da Trekking, va bene anche bassa e anche da Trail purchè abbia la suola scolpita e uno zainetto con magliette di ricambio, acqua per almeno un litro, qualche snack e cappellino per il sole. Il luogo di incontro sarà per il 13 Ottobre 2024 presso l'entrata di Villa Ada di Ponte Salario alle 9:00. Si tornerà allo stesso punto di partenza per l'ora di pranzo.

E ora, un'intervista ad Andrea Zinno!

BF: Ciao Andrea, vorrei subito ringraziarti da cittadino romano e soprattutto abitante del quartiere Trieste/Africano per aver creato la pagina Facebook “Villa Ada Savoia” e per il lavoro di divulgazione che fai sulla nostra amata Villa.
Come nasce della tua attività di blogger dedicata a Villa Ada?

Andrea: Come spesso accade, direi quasi per caso. Sono praticamente cresciuto a Villa Ada, essendo nato e cresciuto nel quartiere ed avendo anche frequentato la Scuola Media Montessori, che per alcuni anni fu negli edifici dove ora è Legambiente. Nel tempo, naturalmente, la mia frequentazione è stata a momenti alterni, ma più recentemente, direi un paio di anni fa,
avendo ripreso a frequentarla, mi è venuta l’idea di cominciare a raccontarla, nei suoi luoghi nascosti, nella sua conformazione, nella sua storia e, perché no, nei suoi misteri.

La pagina Facebook è nata così, come luogo di condivisione, alla quale è poi seguito il canale YouTube e, per ultimo, il Podcast “Villa Ada, storia e storie”.
Sempre più catturato dal suo fascino, ho cominciato a studiare la villa in modo sistematico, dedicandomi alla ricerca di documentazione storica nell’Archivio Centrale dello Stato, nell’Archivio di Stato di Roma, in quello Capitolino e, in generale, nelle fonti minori che, a diverso titolo, conservano documentazione relativa alla villa.

BF: Puoi raccontarci brevemente la sua storia? Come nasce e quando è diventata uno spazio dei cittadini?

Andrea: La storia della villa direi che prende avvio nel periodo 1775-1789, quando il Principe Luigi Pallavicini acquista tre vigne – Saliceti, Capocaccia e Calzamiglia – che si trovavano nella zona che oggi è compresa tra Via di Villa Ada e Via Chiana, dando di fatto vita a quello che potremmo chiamare l’embrione della villa. Pallavicini avviò importanti lavori, che portarono alla realizzazione del Tempio di Flora, del Belvedere e della piramide, adiacente al Tempio di Flora è oggi quasi del tutto sparita. Nel 1835 Pallavicini vende ai Potenziani, che non faranno interventi significativi, e che poi, nel 1872, venderanno la villa a Vittorio
Emanuele II, al quale si deve l’aver portato, grazie a un’imponente serie di acquisizioni, la villa all’attuale estensione di circa 160 ettari e all’aver realizzato molti degli edifici che oggi sono ancora presenti. Alla morte del Re, il figlio Umberto I vendette la villa al Conte Telfener, al quale peraltro si deve il nome “Villa Ada”, scelto dal Conte in onore della moglie Ada Hungerford. Il Conte venderà poi alla suocera, che a sua volta venderà alla Banca Romana, travolta poi dal ben noto scandalo, fino ad arrivare al 1904, quando Vittorio Emanuele III riacquisterà la villa, nella quale risiederà, con la famiglia, fino al 9 settembre 1943, quando l’abbandonerà.

Con il passaggio dalla monarchia alla repubblica, i beni Re saranno confiscati dalla Stato (qui la situazione è in realtà più complessa, a causa della morte di Vittorio Emanuele III pochi giorni prima dell’entrata in vigore della Costituzione Italiana, nella quale erano presenti le disposizione relative all’esproprio) e poi, prima nel 1958 e poi nel 1996, la villa sarà aperta al pubblico, dopo i necessari interventi di messa in sicurezza e al netto di alcuni edifici che sono tutt’ora proprietà privata, a partire dalla Palazzina Reale, acquistata nel 1997 dalla Repubblica d’Egitto, per circa 25 miliardi di lire.

In quale direzione dovrebbero lavorare le istituzioni locali per far vivere al meglio l'accessibilità a questo prezioso e storico spazio verde?

Andrea: Credo che il modo migliore per valorizzare la villa e farla vivere ai cittadini, sia quella di rispettarla nella sua particolare conformazione, varia e sorprendente, senza farla diventare un semplice parco, che perda la sua natura di foresta urbana (Villa Ada è una delle foreste urbane più grandi d’Europa, se non la più grande).
Messa in sicurezza dei punti ancora pericolosi, quindi, ma anche documentazione, con guide e cartelloni illustrativi (come un tempo fu fatto). Restauro degli edifici, con una successiva destinazione d’uso che non li abbandoni nuovamente a sé stessi, ma che sia coerente con il contesto (qui il PNRR ha dato una grossa spinta in avanti e molti lavori sono già partiti).
Per chi la frequenta o vorrebbe farlo, è importante tenere sempre a mente la natura della villa e la sua storia, le sue caratteristiche morfologiche, la flora e la fauna. Come già detto, Villa Ada non è un semplice parco, ma qualcosa di più, di unico.

BF: Ritieni che i cittadini possano fare di più per evitare il degrado di alcune zone? Penso a tutta la parte di Ponte Salario dove lungo la strada si trovano quantità importanti di spazzatura. Una iniziativa tipo re-take credi possa sortire dell'interesse di partecipazione?

Andrea: Beh, la prima cosa che mi viene in mente – e direi la più ovvia – è rispettarla, come peraltro deve essere rispettata la città, perché se ci sono rifiuti è perché qualcuno che li ha lasciati…
Di iniziative di re-take se ne fanno, tra l’altro le più recenti proprio nella zona di Via di Ponte Salario e Forte Antenne, ma parliamo di 160 ettari, con zone difficilmente accessibili.
Devo poi e purtroppo aggiungere che, all’interno della villa e spesso in zone poco visibili e raggiungibili, si trovano spesso discariche di rifiuti di diverso tipo, che danno la chiara idea di essere lì da molto tempo.


BF: Quali sono le zone più abbandonate che potrebbero essere invece rivalutate?


Andrea: Per prima cosa credo sia necessario intenderci su cosa intendiamo per “abbandonate” e per “rivalutare”, considerando che, se vogliamo rispettare la villa per come è nata e si è sviluppata, dobbiamo ricordare che alcune sue zone, prima fra tutte il Colle del Roccolo, sono sempre state zone volutamente selvagge (il Colle del Roccolo era la riserva di caccia dei Savoia, al di sotto del quale si nascondono cave e ipogei e se qualcuno ha letto “Che la festa cominci”, di Niccolò Ammanniti, saprà di cosa sto parlando 😀 ), per cui qualsiasi opera di rivalutazione deve necessariamente conservarne lo spirito e la conformazione.
Ci sono naturalmente altre zone, che però non definirei abbandonata, ma semplicemente nascoste, difficilmente raggiungibili, lontane dai sentieri usualmente percorsi, come ad esempio il Bosco della Regina Elena, a Monte Antenne, o la zona adiacente al muro che separa la villa da Via Panama, che se indicate e documentate potrebbero diventare ulteriori mete di escursioni e passeggiate.


BF: Si percepisce dal tuo blog quanto tu sia legato e appassionato a questo luogo. Cosa provi quando sei a Villa Ada?

Andrea: Pace e tranquillità, soprattutto quando ci vado nelle prime ore del mattino; curiosità nel cercare sempre cose nuove e interessanti; incredulità e sorpresa quando si scoprono cose che non ti aspetteresti, come il pozzo arcaico, probabilmente di epoca etrusca o romana e ancora in condizioni praticamente perfette, che ho scoperto lo scorso anno a Monte Antenne
o i cippi seicenteschi della Compagnia del Santissimo Salvatore ad Sancta Sanctorum, scoperti insieme a Lorenzo Grassi, coordinatore dell’Osservatorio Sherwood e compagno di tante esplorazioni.

Noi di BF Mountain ringraziamo tantissimo Andrea Zinno per questa intervista e per tutto il lavoro di divulgazione che fa. E' veramente un valore aggiunto impagabile. Siamo molto felici di proporvi questa escursione insieme a lui! Ci vediamo il 14 Aprile per chi riuscirà ad esserci!

Qui di seguito i link dove potete ascoltare, leggere o vedere i contenuti di Andrea Zinno:

 

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